Sometimes, I feel the fear of uncertainty stinging clear
And I can’t help but ask myself how much I let the fear
Take the wheel and steer It’s driven (Incubus – Drive)
…l’incipit di una delle mie canzoni preferite racchiude uno dei pensieri più ricorrenti da chi è affetto da Disturbi del comportamento alimentare (DCA).
Le paure e le insicurezze guidano (drive) le vite delle persone affette da DCA, non sanno più bene come e quando «aprirsi» o «chiudersi» al mondo.
Perchè vi parlo di questi disturbi?
Chi mi segue da un pò, sa che tra i vari campi d’applicazione della Scienza dell’alimentazione, e le varie ‘specializzazioni’ della stessa, io mi occupo spesso dei DCA. C’è chi sceglie la nutrizione sportiva, chi il campo delle malattie autoimmuni, o ancora chi dedica tutto il suo ‘sapere’ alle patologie della sfera femminile (PCOS- ENDOMETRIOSI), o alla nutrizione oncologica.
Io non so bene cosa mi abbia portato a scegliere, ho sempre pensato che sono i DCA che hanno scelto me, ed è proprio per questo che , Mercoledì 28 Novembre, terrò un corso on line (webinar), per i professionisti del settore con l’azienda ERBENOBILI, con la quale si è instaurato un rapporto di collaborazione, che mi vedrà relatrice di ben due corsi, il primo proprio mercoledì e l’altro il 19 Gennaio, che si terrà a Cava de’ Tirreni .
Cosa sono i disturbi del comportamento alimentare?
I disturbi del comportamento alimentare (DCA) o disturbi dell’alimentazione sono patologie caratterizzate da una alterazione delle abitudini alimentari e da un’eccessiva preoccupazione per il peso e per le forme del corpo.
La DISPERCEZIONE corporea è il fondamento su cui si basano i DA.
È il primo sintomo che compare e l’ultimo a scomparire, ed è proprio su questo che si cerca di lavorare insieme al paziente, in equipe, anche con psicologi e medici del settore.
La non accettazione di se, l’insicurezza sono al timone di queste patologie che mettono insieme la sfera emotiva e la riabilitazione nutrizionale.
Attraverso queste ‘tecniche’ , proprio come nel testo sopra citato, ci si augura che il paziente inizi a prendere il comando e a guidare la sua vita, che fino a quel momento era gestita dalla “malattia” (Ma ultimamente sto iniziando a scoprire che dovrei essere io quello dietro al ‘timone’. )
E’ per questo che dico che bisogna sempre riprovarci, che bisogna avere fiducia in se stessi, e nei professionisti.
Senza perdersi.. di coraggio!
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