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In ALIMENTAZIONE E SALUTE, TUTTI

QUANDO NON E’ SCIENZA E’ PSEUDO SCIENZA

1.5K Visualizzazioni Ottobre 21, 2020 Sii il primo a commentare

QUANDO NON E’ SCIENZA E’ PSEUDO SCIENZA

Diamo il via oggi ad una nuova rubrica: Lauree da cani

Si apre oggi una nuova rubrica.

Gina esperta in crocchette ipoallergeniche oggi ci spiega la differenza tra allergie ed intolleranze

Ho già dedicato un articolo che trovate qui ,  e vi invito a leggerlo, al tema delle intolleranze e delle allergie, ma sono sicura che anche altre volte questo vasto mondo che fa parte dell’immunologia e/o dell’allergologia, sarà argomento di qualche mio articolo.

Partiamo col dire che molti sono convinti, per qualche arcana ed assurda teoria che a farvi ingrassare non è la sedentarietà, il cibo spazzatura, ma una ipotetica intolleranza.

E’ più facile pensarlo che realizzarlo, perché di fatti non è cosi.
E vi spiego perché.

 

Nel 1994 la Società Europea di Allergologia ed Immunologia Clinica ha proposto un linguaggio comune nel campo delle reazioni avverse agli alimenti, formulato in base a criteri patogenetici, distinguendo :

-Reazioni tossiche

-Reazioni non tossiche.

“Le reazioni non tossiche agli alimenti” possono essere classificate in due gruppi:

  • Reazioni di natura immunitaria, allergie alimentari IgE mediate
  • Reazioni di natura non immunitaria, intolleranze alimentari, enzimatiche e non enzimatiche

Le intolleranze alimentari sono manifestazioni legate, soprattutto,  a deficit enzimatici specifici, come la lattasi per l’intolleranza al lattosio, la glucosio-6-fosfato-deidrogenasi (G6PD), che determina il favismo, la glucosio 1-fosfato uridil-transferasi, che determina la galattosemia, ecc.

Ma oggi sappiamo anche che le allergie alimentari ritardate IgG correlate (intolleranze), da stimolo allergenico sulle cellule intestinali sono quelle che più comunemente possiamo ritrovare in alcuni pazienti. 

Parallelamente all’aumento delle malattie allergiche nel mondo occidentale, si e’ assistito ad un ricorso, sempre più frequente, a delle metodiche diagnostiche cosiddette “alternative”, probabilmente a causa della incompleta conoscenza dei meccanismi fisio-patogenetici e la complessità dei sistemi classificativi, ed anche passatemi la frase dell’incompetenza di taluni operatori che pur di guadagnare qualche quattrino in più propongono test dalla validità fittizia.

Tali test si propongono di identificare i cibi responsabili di allergie e “intolleranze alimentari”.

Quelle che consideriamo e diagnostichiamo come «intolleranza alimentare» si presentano con sintomi vaghi e aspecifici tra cui:

  • Dolori muscolari
  • Cefalee
  • Candidosi
  • Dermatite
  • Stanchezza cronica
  • Problemi di digestione
  • Gonfiore
  • Irritabilità
  • Eruzioni cutanee
  • Sovrappeso/obesità.

Le informazioni e la modalità degli “operatori” che effettuano determinati tipi di test è subdolo e danno spiegazioni diciamo “non convenzionali” senza termini scientifici precisi, a metà strada fra la spiegazione di uno stregone e quella di un “filosofo” dell’alimentazione.

L’aspetto più preoccupante è rappresentato dalle possibili conseguenze dell’abuso di queste metodiche.

Non sono poco note che addirittura in età pediatrica si sono documentati casi di deficit di crescita in bambini definiti erroneamente allergici o intolleranti e sottoposti ad inutili restrizioni dietetiche.

I rischi della dieta di esclusione, laddove non vi è una diagnosi medica di allergia e/o intolleranza, determinano prima di tutto malnutrizione, che porta con se tutta una serie di complicazioni cliniche, l’isolamento sociale, perchè ovviamente escludere determinati alimenti spesso determina anche esclusione dalla vita sociale, la paura di ‘contaminazioni’ in luoghi che non hanno un attenzione particolare a determinate problematiche e tutto questo si ripercuote sull’asse psicologico della persona con le più disparate problematiche che vanno dall’ansia e alla depressione ad un vero e proprio disturbo del comportamento alimentare come l’ortoressia, che sebbene non sia presente nel DSM, è ormai accertato dalla comunità scientifica essere un vero e proprio disturbo alimentare.

Senza sottovalutare il fatto che, laddove vi sia una vera e propria problematica di allergia o di intolleranza, non diagnosticata da personale medico sanitario di competenza, il ritardo di una diagnosi, potrebbe poi determinare effetti negativi sulla salute del soggetto.

Quali sono quindi questi test che chiunque, perfino personale non sanitario si azzardano a fare?

TEST NON VALIDATI SCIENTIFICAMENTE 

  • Kinesiologia applicata (DRIA test)
  • Test di provocazione e neutralizzazione (intradermico e sublinguale)
  • Test elettrodermico (EAV, VEGA test, Sarm test, Biostrength test)
  • Biorisonanza
  • Mineralogramma del capello
  • Iridologia
  • Determinazione di IGg E IGg 4 specifiche per gli alimenti
  • Test citotossici (CYTOTEST)

Converrete con me che alcuni di questi davvero sembra di averli visti in televisione dal peggiore venditore di fuffa, che farebbe invidia alla beniamina dei commercianti Wanna Marchi

Si ma io dopo che Sempronio mi ha detto eliminare la lattuga sto meglio dottorè , ma perchè? 

Questo è dovuto principalmente a due fattori.

Il primo è di ordine psicologico, fatta una diagnosi (l’intolleranza o pseudo tale in questo caso), credendo di aver risolto il problema, ci si autoconvince di stare meglio.

Il secondo è che si riduce l’INFLAMMAGING, ovvero l’infiammazione perché probabilmente, si qualche alimento proprio il nostro corpo non lo tollerava, ma perché siamo abituati a fare un’accozzaglia di cose, mischiando i più disparati alimenti, mangiandone spesso di bassissima qualità e in quantità non utili al nostro fabbisogno,  molti di questi sono ricchi in conservanti coloranti, e forse non è proprio la lattuga o il petto di pollo a non essere tollerato, ma il modo in cui viene preparato.

Spesso la “non tolleranza” del nostro corpo a determinati alimenti , non è altro che una risposta ad un cattivo funzionamento intestinale.
Pensate ad esempio alla candidosi, oppure alle cistiti, che spesso sono la conseguenza di un’alimentazione non equilibrata e sbilanciata verso determinati nutrienti, per la maggiore zuccheri, di cui la Candinda albicans, ma anche l’Escherichia coli, batterio responsabile della candida, e delle cistiti, si nutrono.

Ma adesso, parliamo di cose serie, facciamo uno spiegone breve, e cerchiamo di capire:


Cos’è un allergia?

L’allergia alimentare è una reazione avversa agli alimenti causata da una anomala reazione immunologica mediata da anticorpi della classe IgE, che reagiscono verso componenti alimentari di natura proteica.

L’allergia alimentare può manifestarsi già in età pediatrica oppure insorgere in età adulta: nel primo caso spesso regredisce (come ad esempio nel caso di latte e uovo), mentre se comparsa successivamente tende a persistere per tutta la vita.

Partiamo col dire cos’è un allergene, ovvero , è una sostanza solitamente innocua, tollerata, dalla maggior parte delle persone, ma che in taluni individui (i soggetti allergici) è in grado di produrre manifestazioni allergiche di varia natura (asma, orticaria, ecc.). Gli allergeni possono penetrare nell’organismo attraverso diverse vie:

  1. Vie respiratorie (pollini, polvere domestica pelo di animali, escrementi di insetti ecc.)
  2. Via orale (fragole, latte vaccino, banane, pesche, kiwi, ecc)

Gli alimenti a loro volta, che possono determinare un allergia , in un soggetto sensibile o sensibilizzato, possono essere:

  • Alimenti istaminoliberatori [ Albume Molluschi Fragole Kiwi Pomodori Cioccolata Pesce Ananas  Alcool Fecola di Patate Noci, Mandorle, Arachidi, Frutta secca Caffè Lenticchie, Fave, Legumi Derivati delle noci di Cola] 
  • Alimenti che contengono elevate quantità di istamina e possono dare orticaria (se assunti in grande quantità).[ Alimenti e bevande fermentate , salumi, frutta secca e disidratata, formaggi stagionati, pesce affumicato e in scatola)
  • Alimenti ad elevato contenuto di salicilati naturali che cross reattivano con allergeni chimici (FANS) e possono essere la causa di forme di orticaria cronica .[ Pesche, prugne, albicocche, ciliegie, fragole, frutti di bosco, frutta esotica, agrumi e banana]
  • Alimenti che contengono coloranti sintetici o aromatizzanti come la tartrazina (E102-colora in giallo) e che possono essere causa di forme di orticaria cronica e asma.

Quali sono i sintomi?

Le allergie alimentari possono presentare diverse sintomatologie che spaziano da sintomi lievi fino allo shock anafilattico, potenzialmente fatale.

Quello che distingue un’allergia, da un’intolleranza alimentare oltre che nella sintomatologia, è che i segni e sintomi compaiono a breve distanza dall’assunzione dell’alimento, in particolare da pochi minuti a poche ore),e sono tanto più̀ gravi quanto più̀ precocemente insorgono. 

Sintomi ed organi interessati

  • CUTE 
    Orticaria angioedema- orticaria- dermatite-eczema
  • CAVO OROFARINGEO
    Gonfiore delle labbra – voce rauca
  • APPARATO CARDIO-RESPIRATORIO
    Aritmie – pressione bassa
  • APPARATO RESPIRATORIO
    Broncospasmo e tosse – occlusione nasale e naso gocciolante – difficoltà respiratoria
  • APPARATO GASTROENTERICO
    Nausea- vomito e diarrea e crampi intestinali
  • APPARATO NEUROLOGICO
    Capogiri e vertigini – svenimenti

Cosa fare se si ha un sospetto di allergia o intolleranza alimentare?

Rivolgersi ad un allergologo!!!!

La diagnosi di allergia alimentare è un percorso complesso che richiede una figura specialistica

In questo primo approccio la raccolta dell’anamnesi è fondamentale, soprattutto per identificare una correlazione fra l’ingestione dell’alimento e la comparsa dei sintomi. 

Dopo un’accurata anamnesi quindi e test che il medico riterrà più opportuno fare, in collaborazione con un nutrizionista , stileranno l’approccio nutrizionale più utile e funzionale alla vostra problematica.

Non affidate la vostra salute a persone poco esperte, a dei veri e propri “cani randagi di scienza” che vi spolperebbero fino all’osso per guadagnare soldi, a scapito della vostra salute.

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